venerdì 13 aprile 2012

Overjump

La capacità di mantenersi asettici, quando si viene svegliati di soprassalto, è una delle prove più dure da affrontare, quando corpo e mente non sono ancora pronti a ricevere input e meno che mai a produrre

output. Quando esseri infelici vengono a turbare la pace e la quiete, quando essi vogliono condividere la propria infelicità, la capacità di restare asettici diviene una prova un esperimento

raffigurate nella mente una sfera , una sfera assoluta, senza legami o sbavature sulla superficie, quella sfera siete voi e quella sfera è l'universo, fuori dalla sfera sta il fastidio, la turba della pace, la mente

ora è portata a pensare che l'io debba arroccarsi all'interno, per quanto riguarda l'esperimento l'io deve invece fluttuare sulla superficie , ammettendo all'interno solo benefiche sensazioni, è semplice farlo

in un luogo silenzioso, isolato, tranquillo, difficile invece e questo sfida qualunque santone o yogi è farlo nel proprio letto appena svegliati di soprassalto, è là la vera prova

si raccoglie tutta la forza interiore e la si trova mancante, è doloroso anche solo produrla, il sonno è stato interrotto, il corpo non risponde, l' obbiettivo è quello di tornare a quella atavica condizione

ascetica nella quale ci si trovava prima, lasciare che tutto scorra senza combatterlo, maggiore è l'infelicità del vostro molestatore , maggiore è il tempo che richiederà l'esaurimento delle sue forze

la tentazione di combattere tale avversità è forte, fortissima, violenta, ma qua sta l'errore, poiché l'essere infelice si nutre di violenza, si lascia alimentare da essa, senza ossigeno non v' è fuoco,

la soluzione resta quella di lasciare il molestatore solo con se stesso e fortificarsi poiché ogni secondo di sopportazione avvicina alla meta, solo se la vostra sicurezza è minacciata dovete reagire

e questo arriverà in maniera inaspettata come un lampo a ciel sereno, colpite con tutta la forza dalla minore distanza, con l'attitudine a polverizzare, restituite l'infelicità che vi viene data, voi non la

volete.


mercoledì 11 aprile 2012

Fuori a fumare

I desideri , sono i desideri che ci legano al mondo, che tengono uniti anima e corpo, i desideri diventano bisogni, poi divengono vizi, poi noia, eppure la parola desiderio risulta in ogni circostanza avere una


 accezione positiva, anche in punto di morte si chiede l'ultimo desiderio, il corpo non vuole che l'anima lo abbandoni, così produce desideri, bisogni e così via, il corpo si sente minacciato dall'anima, produce


 endorfine per assopirla, per farla restare ancora un poco, un amante esigente che alla fine prende il sopravvento, l'occhiale non è impotente dinnanzi a esso, ma si accontenta di piccole soddisfazioni


mentre la vita scorre, tutto scorre, l'esperimento di oggi è questo, quando si sente di volere immensamente una cosa, immediata, cibo vestiti, prodotti di natura consumistica varia, allora si mette 


alla prova il sistema, resistete, dite a voi stessi , no guarda meglio di no, non lo desidero più.
Il corpo inizierà violentemente a rilasciare varie sensazioni tipo: 


1) Lo prendo lo stesso, io sono in controllo, non tu
2)Forse è meglio non prenderlo, che peccato lo volevo così tanto
3)Perché resisto al desiderio? 


Ora al punto in cui siete praticamente davanti alla cassa o check out, ( si lo so avete ceduto ) provate a immaginare di avere l'oggetto desiderato già con voi, percorrete le fasi sopra elencate :

desideri, bisogni, vizi, noia, tutte in una volta, in rarissimi casi e sottolineo rarissimi, il processo elimina il desiderio, il difficile è mantenersi essenziali, non usare questo come trampolino e rivolversi in un altra cosa, un altro desiderio.

Risparmio corrente e vado fuori a fumare.

lunedì 26 marzo 2012

Necessità di andare al bagno.

Il diverso approccio alla percezione ci porta spesso a discutere sui termini, o meglio a intendersi prima sui termini, il nostro occhiale ha delle categorie programmate e programmabili molto molto selettive,


selettive in quanto alcune espressioni hanno dei significati i quali pur essendo universalmente diffusi sono intesi in molteplici sensi, le espressioni che colpiscono maggiormente il cervello sono le parole


assolute: tutto, niente, mai, sempre, ovunque, da nessuna parte; questo  porta a reagire il ricevente ( nei modi più varii ) e a prendere posizione a riguardo, a far immancabilmente denotare la propria posizione


il suono arriva al cervello più lento della luce ma allo stesso tempo più dirompente, ecco un altro esperimento da sperimentare, trovatevi in una stanza silenziosa con almeno due persone che leggono


o che osservino qualcosa, pronunziate una vocale ad alta voce, come AH EH IH OH UH una sola di questi o anche tutte, immediatamente tutti distoglieranno le loro percezioni per concentrarsi sulla vostra


espressione, e maggiore è il silenzio iniziale ( in biblioteca e.g. ) direttamente proporzionale sarà l'urto diretto ai cervelli. I più compulsivi si affretteranno a riprendere il controllo della situazione,


spingendosi a chiedere: che succede? o rivolgendo sguardi interrogativi o al limite di dissappunto, li avete strappati dalle loro percezioni, allarmandoli! La tartaruga ha battuto Achille, chiedo scusa, ho necessità di usare il bagno ora.

giovedì 15 marzo 2012

Il re è vuoto anche se vestito

Ci sono due verbi vedere e guardare, passivo e attivo, indicano lo spostamento dell'attenzione come

l' essere si pone davanti alla percezione, guardando i dettagli sono maggiori, il metodo moderno prevede

la possibilità di vedere e guardare , il contenuto visibile è solitamente quello scomodo, contrario al

protocollo di controllo, il contenuto guardabile è quello legato a chi vende, e deve essere il più guardabile

possibile, violento. Ciò che attrae maggiormente è insito nella coesistenza di concetti opposti di natura ossimorica.

Vi è la stabilità e il progresso con pro e contro, nessun progresso è stabile , nessuna stabilità

progredisce, l'uno annulla l'altro, ma la dove i concetti convivono e sopravvivono insieme, là l'energia

che li tiene uniti DEVE essere immensa, esperimento numero uno gli occhi del lettore vedono per

prima la parola DEVE di tutto il resto in quanto si stacca fuoriesce dalla riga.

mercoledì 14 marzo 2012

V.O.I.D.

VOID  è  e nello stesso tempo non è un acronimo una parola che si compone di altre parole di cui resta

impressa sulla carta solo la prima lettera , Visions Of Inside, Deep è uno stato instabile, una condizione

inqualificabile , una disciplina caotica, un percorso interiore esteriore, un percorso nel quale si è già

arrivati e non si è mai partiti, non ci sono istruzioni da leggere, ci sono esperimenti da sperimentare.

Non è codesto un manuale, codesto è più un occhiale, in quanto è improbabile che questo contenuto


sia stampato e tenuto in mano, viene letto al massimo sino alla metà, sarebbe meglio un video, sarebbe

più occhiale, chiarite le intenzioni lasciando il lettore senza alcun indizio sullo scopo della lettura,

VOID annuncia che: è presente un sistema di pensiero  che ci consente di guardare , col famoso

occhiale, dentro , l' occhio di per se è un organo di senso che rivolge la sua funzione esternamente

filmando e ricordando e dimenticando, un ping pong di luci, una pratica magico esoterica.